I disturbi depressivi possono essere curati con interventi terapeutici che devono trovare nel paziente un alleato forte.
Non di rado capita che al paziente depresso, per esempio, venga imposta una terapia farmacologica, in assenza di comprensione e condivisione del progetto terapeutico.
La prescrizione psicofarmacologica può essere necessaria, ma può anche spaventare e attivare un’opposizione alla terapia. Per questo motivo è utile e necessario un approccio cauto ed esplicativo.
Il sostegno farmacologico è senza dubbio efficace nella maggior parte dei casi, meglio se integrato con un intervento psicoterapico di tipo supportivo, espressivo, o cognitivo-comportamentale.
La terapia farmacologica è quella più diffusa, per rapidità di intervento e per riduzione dei costi.
I farmaci a disposizione in Italia per la cura della Depressione sono gli inibitori delle MonoAminoOssidasi (I-MAO), gli antidepressivi triciclici (TCA), gli antidepressivi con attività di inibizione selettiva del reuptake della serotonina (SSRI – serotonin selective reuptake inhibitors), della noradrenalina (NaRI – noradrenalin reuptake inhibitors) e della noradrenalina e della serotonina (SNRI – serotonin-noradrenalin reuptake inhibitors), e con attività modulatrice della trasmissione serotoninergica e noradrenergica (NaSSA- noradrenergic and specific serotonergic antidepressants).
Secondo gli studi classici sui farmaci antidepressivi la risposta terapeutica si manifesta non prima di 10-15 giorni dall’inizio del trattamento. Tuttavia, secondo l’esperienza personale, sono presenti indicatori clinici che consentono di valutare con tempi più rapidi la risposta al trattamento, o viceversa l’inefficacia, con conseguente restringimento dei tempi di individuazione della terapia utile.
Gli antidepressivi triciclici (ADT) più diffusi:
Anafranil, Deanxit, Laroxyl, Ludiomil, Noritren, Nortimil, Surmontil, Tofranil, etc.
Antidepressivi di nuova generazione (SSRI) più diffusi:
Cipralex, Daparox, Dumirox, Elopram, Entact, Eutimil, Fevarin, Fluoxeren, Fluoxetina, Maveral, Paroxetina, Prozac, Sereupin, Seropram, Seroxat, Zoloft, etc.
Altri antidepressivi: Cymbalta, Edronax, Efexor, Davedax, Faxine, Mirtazapina, Remeron, trazodone, Valdoxan, Thymanax, Xeristar, etc.
Per i disturbi ciclotimici o bipolari la terapia è prevalentemente farmacologica, con associazioni tra farmaci antidepressivi e stabilizzatori del tono dell’umore.
Farmaci Stabilizzatori
Olanzapina (Zyprexa), quetiapina (Seroquel), valproato di sodio (Depakin), carbamazepina (Tegretol), litio (Carbolithium, Quilonorm), lamotrigina (Lamictal), clonazepam (Rivotril), gabapentin (Neurontin), topiramato (Topamax), oxcarbazepina (Tolep).
Le CAUSE dei disturbi dell’umore possono essere diverse. Prima di tutto deve essere esclusa una causa organica, come patologie neurologiche (tumori, patologie cerebrovascolari, patologie demielinizzanti, patologie degenerative del sistema nervoso centrale) e patologie endocrinologiche (come le patologie della tiroide).
Inoltre, devono essere escluse cause jatrogene, come l’assunzione di cortisone, interferone, etc.
Esclusa la causa organica le patologie dell’umore:
- possono essere reattive ad eventi dolorosi attuali,
- possono rappresentare nel presente riedizioni di eventi dolorosi del passato,
- possono rappresentare attivazioni spontanee, apparentemente senza causa.
Le cause possono essere riconducibili a una natura psicologica, o a un malfunzionamento organico, espressione di uno squilibrio neurotrasmettitoriale del sistema nervoso centrale, ovvero dopaminergico, serotoninergico, noradrenergico.
Gli psicofarmaci rimodulano il sistema neuronale, riequilibrando gli assetti neurotrasmettitoriali, con benefici sullo stato umorale della persona.
La psicoaterapia consente la rielaborazione di eventi o nodi conflittuali precoci o attuali con processi trasformativi e terapeutici più lunghi, ma probabilmente più stabili.